La doppia elica del DNA 50 anni dopo
Roma, Centrale Montemartini
28 Marzo 2004
Nell'aprile del 1953 James D. Watson e Francis H.C. Crick pubblicavano sulla rivista Nature la loro ipotesi sulla struttura a doppia elica del Dna, consapevoli che quella particolare struttura e l'appaiamento complementare delle basi nucleotidiche indicavano un possibile meccanismo per la replicazione del gene e che la sequenza delle basi poteva contenere, in forma di codice, l'informazione genetica. Nel nostro Paese il compito di ricordare i cinquant'anni dalla scoperta del DNA è stato assegnato dal Ministero delle Università e della Ricerca (MIUR) alla Fondazione Adriano Buzzati-Traverso, con l'obiettivo di favorire, attraverso la celebrazione di una pietra miliare del progresso scientifico, la diffusione della cultura scientifica tra gli italiani. Asse portante del programma è una mostra i cui obiettivi possono essere così riassunti: ricostruire le fasi salienti della storia della biologia molecolare negli ultimi cinquanta anni attraverso le scoperte fondamentali e i relativi protagonisti; stimolare una riflessione sull'importanza della fertilizzazione incrociata delle scienze nel progresso della conoscenza umana; fornire al vasto pubblico una panoramica aggiornata sullo stato attuale e sulle prospettive della ricerca scientifica, senza trascurare le sfide politiche ed etiche che questi sviluppi sollevano; sottolineare l'influenza intellettuale che la scoperta di Watson e Crick ha avuto nel nostro paese e il contributo di primo piano fornito da ricercatori e centri di ricerca italiani agli avanzamenti della biologia molecolare e delle biotecnologie