Realtà virtuale e beni culturali: le proposte di GSNET Italia

L’emergenza del Coronavirus sta costringendo finalmente i cittadini e le istituzioni a fare i conti con le tecnologie digitali. Per molti anni, il Paese si è costantemente classificato tra i paesi europei meno avanzati nell’indice di economia e società digitale pubblicato dalla Commissione europea. A partire dal 2019, tre persone su dieci in Italia non erano ancora utenti regolari di Internet e oltre la metà della popolazione mancava ancora delle competenze digitali di base. Molto probabilmente cambierà. Le persone ora  stanno inventando nuovi modi di stare insieme, lavorare e divertirsi. Modi che, inutile dirlo, si basano su Internet. Molti eventi dal vivo sono stati cancellati, ma la cultura non si ferma. Da Genova a Torino, da Palermo a Milano e Parma, i teatri hanno trovato canali alternativi per comunicare con il loro pubblico. Sotto l’hashtag #iorestoacasa (io resto a casa), il Teatro Carlo Felice di Genova trasmette ogni giorno perle dal suo archivio. Anche le istituzioni museali e culturali si stanno adattando. La Triennale di Milano organizza ogni giorno su Instagram “Decameron”, un festival digitale con noti autori, cantanti, scrittori e giornalisti italiani che raccontano le loro “storie” seguendo le orme del Boccaccio. Il Museo d’Arte Moderna di Bologna sta realizzando brevi video in cui gli artisti che espongono al museo spiegano il significato e il lavoro dietro le loro creazioni. Il distanziamento fisico – ed anche quello sociale – le misure di prevenzione per la salute degli operatori e dei pubblici, l’inceppamento di molti segmenti delle filiere a cui pezzi del perimetro culturale appartengono (i musei con le scuole o con il turismo culturale, per fare un esempio), impongono già da subito un ripensamento degli strumenti e delle pratiche, dei servizi e dei prodotti. Ma è altrettanto vero che, proprio per la vastità della dimensione epocale che stiamo affrontando, questo ripensamento andrà fatto utilizzando strumenti di analisi e progettazione che siano di elevata qualità teorico-pratica; “ferri puliti” che ci permettano di intervenire adeguatamente sulle traiettorie precedenti di organizzazioni e istituzioni culturali. Ecco perché non ragionando da tecnologo e studioso di teorie e soluzioni digitali in ambito culturale ma vedendolo dal punto di vista dell’operatore culturale che con la sua organizzazione, schierata in ambito museale, utilizza gli strumenti digitali da sempre e che in questa delicata fase si pone domande complesse sui passi da compiere già da subito e per i prossimi anni. Una esigenza, la mia, che appunto è quella di poter collocare come azienda  efficaci strumenti di comprensione delle dimensioni del problema e delle migliori vie esplorate e suggerite per poterlo risolvere, o quantomeno affrontare/fronteggiare adeguatamente. Molti musei e istituti culturali stanno modificando il loro rapporto con la fisicità delle strutture, divenendo luoghi di comunicazione sociale della ricerca non necessariamente sempre in presenza nelle proprie sale, ma ampliando le proprie relazioni e finanche la propria esistenza in spazi digitali, non fisici e non sempre sincroni, spostandosi ben oltre la soglia della “promozione” o della “comunicazione”. Gsnet Italia non si lascia scoraggiare dall’attuale situazione e propone la Visita Immersiva Virtuale (VIV),vale a dire la possibilità di visitare siti archeologici, musei, luoghi d’arte e storici, ecc, attraverso Tour Virtuali da effettuare comodamente da casa, utilizzando le tecnologie di uso comune. L’idea è quella di consentire, al visitatore impossibilitato a raggiungere i luoghi di suo interesse, una visita immersiva delle aree della zona interessata mediante l’uso di tecnologia ampiamente diffusa, quali smartphone, computer, tablet, e con l’ausilio di visori a basso costo tipo Cardboard Box.
Il visitatore avrà così modo, ad esempio, di muoversi virtualmente all’interno ed intorno ad un monumento, avendo la sensazione di essere presente realmente nel luogo rappresentato. Il visitatore non sarà così solo spettatore, ma avrà la possibilità di essere il protagonista della sua visita virtuale.

Massimo Spaggiari, CEO GSNET Italia