L’attualità della lezione olivettiana: una nuova società è possibile

Intervista a Beniamino de’ Liguori Carino, Segretario Generale Fondazione Adriano Olivetti

Quella di Adriano Olivetti fu un’esperienza unica nel capitalismo italiano e internazionale, basata su una concezione del lavoro che poneva al centro gli aspetti sociali in luogo del profitto. Alla luce del crescente impegno delle imprese nei confronti del sociale, senz’altro amplificato dall’emergenza Covid-19, in quale misura, a Suo avviso, il paradigma olivettiano può considerarsi ancora attuale?

L’eredità olivettiana è molto chiara e indica la necessità di un nuovo patto tra cittadini, imprese e governi per un paradigma di sviluppo che metta al centro la persona e il suo rapporto con l’ambiente che abita. Adriano Olivetti, con il suo esempio concreto, ha articolato una proposta che assicura proprio l’identità tra progresso materiale, sostenibilità, efficienza tecnica, primato della cultura ed etica della responsabilità. Perché questo processo si compia e nasca un mondo nuovo costruito attorno a nuovi principi, è necessario che gli obiettivi dell’impresa, dei lavoratori, del terzo settore e delle istituzioni pubbliche convergano.
Non mi pare esistano altre vie perché la nostra società regga l’urto della trasformazione a cui stiamo assistendo: attraversiamo una crisi profonda, la pandemia ha messo a nudo le deformità di un sistema dove le diseguaglianze aumentano, e l’emergenza climatica non può essere più smentita. Per certi versi la tenuta stessa della democrazia sembra essere a rischio. La vicenda olivettiana, riformulata nel presente, testimonia la verosimiglianza di uno scenario alternativo sul quale è possibile lavorare. E la domanda a cui Olivetti, con la sua opera, ha cercato di dare una risposta non mi pare così diversa da quella che la nostra epoca ostinatamente ci pone: ovvero di come dare vita a una società che sia materialmente progredita senza per questo essere spiritualmente e interiormente imbarbarita, dove tolleranza e bellezza siano, come scriveva Adriano, nomi e non voci prive di senso. In questo senso Olivetti offre un orizzonte tanto ideale nei suoi obiettivi quanto concreto nel definire una nuova cultura, non solo d’impresa, e incarna in pieno lo spirito della nostra epoca.

Pur non essendo una fondazione d’impresa, la Vostra Istituzione si fonda su un patrimonio valoriale strettamente legato al mondo dell’impresa.
Temi quali welfare, formazione, cultura e sostenibilità non sono unicamente conservati e tutelati attraverso i Vostri archivi bensì al centro di importanti progetti rivolti alle imprese. Quali sono le principali iniziative proposte in tal senso?

La Fondazione Adriano Olivetti esiste perché il suo patrimonio valoriale sia uno strumento creativo per attività che, approfondendo la conoscenza delle condizioni da cui dipende il progresso sociale, contribuiscano alla realizzazione della visione olivettiana di società. La commemorazione non fa parte della sua grammatica. Si tratta dello spirito con il quale è stato redatto lo Statuto nel 1962 e che distingue la Fondazione Adriano Olivetti, non solo per longevità e indipendenza. Coordiniamo attività di studio e valorizzazione della nostra legacy attraverso una molteplicità di strumenti. Nei prossimi mesi verrà inaugurata una mostra internazionale che, su committenza del MAECI, abbiamo realizzato con il MAXXI e che sarà allestita nei principali Istituti italiani di cultura all’estero. Si tratta di portare nel mondo l’Universo Olivetti e un’idea nuova di Made in Italy. Il lavoro per l’affermazione del valore universale dell’azione olivettiana è stato, a livello simbolico oltre che progettuale, una tra le iniziative più significative per la Fondazione in questi ultimi anni, culminata nel riconoscimento Unesco alla città industriale di Ivrea. A livello europeo siamo coinvolti nel progetto Riconfigure sulla nuove forme di collaborazione tra settore pubblico, privato, università e società civile per l’innovazione, mentre 3 anni fa abbiamo lanciato un corso di alta formazione con Dynamo Academy ed Euricse, l’Adriano Olivetti Executive School / Fondamenti dell’impresa responsabile, che si svolge tra Ivrea e il Dynamo Camp. Questo si si aggiunge a Lezioni Olivettiane, un programma modulare per scuole e alle università nel qualche cerchiamo di coinvolgere in modo strutturato le imprese. Visto che i giovani dovranno mediare con quanto chi li ha preceduti ha prodotto, è necessario che entrino a far parte dei processi decisionali nella progettazione della società che verrà. E noi, con le Lezioni Olivettiane, proviamo a raccontargliene una possibile.