Il nuovo ruolo delle Fondazioni? Divulgare il valore dell’impresa fra le giovani generazioni

Intervista a Lorenzo Fiori, Direttore Fondazione Ansaldo

 

È ormai diffusa la consapevolezza che l’impresa rappresenti sempre più un’istituzione sociale oltre che economica. Il contributo delle fondazioni d’impresa e delle stesse aziende sul fronte del welfare, del sostegno ai giovani e dei progetti nei territori, è sempre più rilevante. Alla luce delle complesse sfide sociali sollevate dall’emergenza Covid-19, come cambierà, a Suo avviso, il ruolo di tali Fondazioni nel prossimo futuro?

L’Italia è una nazione di indiscussa creatività e innovazione. E che l’impresa rappresenti anche un’istituzione sociale, oltre che economica, l’aveva prospettata per primo negli anni ’50 un imprenditore italiano, creativo ed innovativo, Adriano Olivetti. Mi piace ricordare le sue parole, semplici e stringate: “L’impresa non può guardare solo all’indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. … “. I grandi fondi di private equity l’hanno fatta propria da tempo e guardano anche a questo quando fanno le loro scelte di investimento.
Come cambierà quindi il ruolo delle Fondazioni? Sono convinto che non si guarderà più alle Fondazioni di impresa prevalentemente come luoghi di memoria. Avremo a che fare con “divulgatori”, in grado di coinvolgere le nuove generazioni, anche grazie ai nuovi strumenti digitali.
Perché investire sui giovani? Abbiamo necessità di trasmettergli il valore della cultura d’impresa,parlando del passato ma con un occhio rivolto al futuro. L’archivio non rimarrà più quel luogo un po’ polveroso a cui accede solamente un manipolo di studiosi. L’archivio è destinato a prendere nuova vita, a coinvolgere e ad appassionare anche i giovani.
In un momento difficile come quello attuale, è indispensabile CREDERE nell’impresa. Il passato riemerge prepotentemente come esempio, può ispirare, infondere coraggio, può ricordare che l’Italia, pur con i suoi limiti, ha una prestigiosa storia industriale della quale fregiarsi. Cosa ci resta degli SVA, del Rex, del Duilio? O che gran parte dell’automazione industriale prese forma proprio qui, nel nostro paese? Rappresentano l’ingegno e l’impegno di uomini e donne che hanno CREDUTO. Fondazioni quindi per “fondare” le nuove generazioni…un progetto indispensabile: apriamoci alle scuole, incoraggiamo le start-up, supportiamo le idee… noi ci siamo! Per un futuro dove l’Italia sia sempre protagonista!
Se posso infine formulare un ultimo auspicio sul ruolo delle Fondazioni (non soltanto quelle d’impresa ma anche quelle del volontariato che sono una importante risorsa distintiva del nostro paese) vorrei che in un futuro quanto più prossimo, in un ecosistema molto facilitato dalla digitalizzazione, si realizzi una collaborazione quanto più sinergica possibile tra queste, per realizzare quelle economie di scopo necessarie a sostenere iniziative per il welfare e l’attrattività territoriale.

Le attività delle fondazioni d’impresa riguardano spesso le comunità dove l’impresa stessa ha insediamenti; ulteriore indice di un forte legame con l’ambiente in cui operano. Quali sono le principali iniziative intraprese il tal senso dalla Fondazione Ansaldo?

Dice un detto: “Se dici Genova, dici Ansaldo, ma se dici Ansaldo, dici Genova!” Le nostre iniziative si rivolgono a una città che ha sempre reagito con grande interesse alle manifestazioni culturali che la riguardavano.
Ansaldo e Genova, un legame indissolubile, radicato. Invitiamo a prendere visione p.e. della mostra “Women” sul nostro sito,risultato di una ricerca approfondita sul lavoro femminile in fabbrica. Spesso si pensa alla fabbrica, all’industria del passato come un luogo dove soltanto gli uomini hanno fatto la storia. Le testimonianze del primo Novecento smentiscono questo punto di vista e ci presentano un quadro variegato, con le donne operaie protagoniste in Ansaldo, nella Manifattura Tabacchi e in altre imprese liguri.
Fondazione è quindi impegnata a sviluppare iniziative che possano coniugare il passato,di cui è custode,col presente, per guardare con ottimismo al futuro.
A tal proposito è in cantiere una nuova mostra, in collaborazione con la Fondazione Leonardo Civiltà delle Macchine, proprio sulla rivista. La mostra si prefigge di collegare elementi della prima edizione con altri della recente riedizione, da Leonardo Sinisgalli a Giuseppe Caldarola: entrambe sempre con uno sguardo al progresso,nel nome di un umanesimo tecnologico, dove discipline umanistiche e scientifiche, in sinergia, possano contribuire a un fine di bene comune e alla ripartenza di una nuova civiltà, capace di affrontare le sfide future con più equilibrio e armonia, proprio come Genova le sta affrontando ridisegnando il proprio futuro. Invitiamo tutti a seguirci e sul nostro sito internet www.fondazioneansaldo.it e sui social.