La memoria dei giorni del Covid: #tiraccontodacasa

Poco più di un anno fa, in Italia e nel mondo vivevamo tutti una esistenza “normale” e nessuno avrebbe mai potuto immaginare cosa sarebbe accaduto nel giro di pochi giorni. L’intera popolazione globale accomunata dallo stesso copione: la perdita di una persona cara, spentasi in solitudine, e i familiari che non possono piangerla, metropoli deserte, abbracci negati, interi settori economici in crisi.
Oggi, ad un anno dallo scoppio della pandemia Covid-19 che ha segnato in modo indelebile le nostre vite e che resterà per sempre nell’immaginario comune, ci troviamo ancora, nonostante l’avvio della somministrazione dei vaccini, in una situazione complessa e difficile. L’epidemia ha, infatti, condizionato il nostro modo di vivere, abitudini e certezze e ha insidiato su più fronti l’economia italiana con danni per miliardi di euro. Una situazione inedita, un passaggio ulteriore in una società post-industriale che, rispetto a quelle precedenti, non ha un modello teorico e vive un forte disorientamento.
Ma, di contro, alcuni elementi-chiave per il futuro del Paese si sono delineati in maniera sempre più chiara ed incisiva, identificando i propri pilastri nella tecnologia e nella globalizzazione e mostrandoci che ci troviamo in un grande “unico vicinato” in cui le cose risuonano in modo rapido. Ne stanno prendendo sempre più atto le Istituzioni – ora come non mai ancoraggio e punto di riferimento per persone e comunità – che chiedono a gran voce una stringente coesione sociale come dimensione necessaria per il superamento della crisi.
L’Associazione Civita, da oltre trent’anni osservatorio di quanto accade nella società e nella cultura del nostro Paese, avverte la necessità di ribadire ancora una volta quanto, e ancora di più in questo momento, la Cultura rappresenti per l’Italia un asset strategico su cui far leva. Non ci riferiamo unicamente al suo ruolo di volano per l’economia – assunto sempre valido in cui Civita e le proprie imprese associate credono da sempre con fermezza – ma, anche, alla sua capacità di tenere unite le persone, dar vita al dialogo e generare valore per le comunità concorrendo, in via privilegiata, alla costruzione di democrazia e coesione sociale.
Un esempio fra tanti è stata l’iniziativa del contest di scrittura #tiraccontodacasa, lanciato dall’Associazione Civita durante la primavera scorsa sul tema del “restare a casa” al tempo del Covid-19 e i cui racconti partecipanti al contest sono stati raccolti nell’ebook “Racconti e immagini. Memoria e testimonianza del vissuto al tempo del Covid-19” realizzato con Marsilio Editori: una condivisione del proprio “spazio interno”, un viaggio emozionante tra circa 200 storie che narrano di vita quotidiana durante il primo lockdown nazionale, di dolore e solitudine, ma anche delle piccole e grandi risorse che hanno mantenuto in vita ognuno di noi, storie di disperazione, di resistenza, di vita vissuta e resilienza in un periodo impossibile da dimenticare.
La vita culturale del nostro Paese è in gran fermento, anche attraverso forme inedite. La sospensione di eventi e spettacoli e la chiusura di musei, cinema e teatri imposte dal Governo per contenere la diffusione del virus, hanno spostato sulle piattaforme multimediali l’attività di tali realtà consentendo alla creatività di trovare nuove forme di espressione e divulgazione in attesa dell’auspicata fine della pandemia: una risposta culturale capace di generare fiducia, senso di comunità, speranza, di immaginare scenari inediti pur in una situazione storica di forte criticità.
Tornare ai valori di base di collettività e di comunità, che sembrano oggi aver acquisito nuovo vigore e forza, costituisce un punto focale per la nostra ripartenza, per guardare al futuro con ottimismo; quello che è accaduto e che, purtroppo, sta ancora accadendo non lascerà solo un’impronta nella storia, ma anche nella nostra capacità di reagire, restando uniti, in un’ottica di sostenibilità sociale per il bene del Paese.
Tuttavia, pur di fronte ad una risposta ampia e creativa da parte del settore culturale, non possiamo esimerci dal constatare la diffusa preoccupazione per tutta la filiera delle imprese culturali che stanno risentendo, in maniera drammatica, della crisi conseguente alla diffusione del contagio e dell’impatto strutturale derivante dalle misure restrittive a carico del settore delle Industrie Culturali e Creative.
Tante sono state le manifestazioni di supporto e solidarietà da parte delle imprese che, dando un segnale di grande forza e responsabilità nei confronti della comunità nazionale, hanno deciso di fare la loro parte mettendo a disposizione le proprie risorse per contribuire ad avvicinare i cittadini e allo scambio di informazioni e accesso alla cultura. Un impegno significativo, dunque, da parte delle aziende – molte delle quali appartenenti alla compagine associativa di Civita, per noi motivo di orgoglio e a cui va il nostro più sentito riconoscimento per quanto messo in campo per il bene del Paese – nonché un segnale importante di immediata risposta nei confronti di una pubblica emergenza. La nostra Associazione, che del rapporto fra pubblico e privato, ne ha fatto un motore di azione del proprio operato, invita tutti a fare tesoro di tale collaborazione; auspichiamo, pertanto, che quella messa in campo in un momento così critico per il nostro Paese possa diventare un modello applicabile anche in futuro.
Sarà particolarmente importante, terminata la crisi, conservare la memoria di quanto vissuto e continuare a fare squadra, in particolare nei confronti del comparto culturale che, oggi più che mai, ha bisogno di tutte le forze in campo per dar seguito a quella partecipazione venuta dal basso in grado di costituire una solida base su cui costruire il rilancio sociale del Paese e modificarne la narrazione mostrando al mondo la propria capacità di reazione.

Gianni Letta, Presidente Associazione Civita