Una gestione del territorio sostenibile. Il caso del Museo Geologico e delle Frane di Civita di Bagnoregio

Intervista a Giovanni Maria Di Buduo, Curatore del Museo Geologico e delle Frane di Civita di Bagnoregio (VT)

In quale misura, il Museo Geologico e delle Frane, contribuisce allo sviluppo e alla valorizzazione del borgo di Civita di Bagnoregio e del territorio circostante?

Il Museo svolge una vasta gamma di attività e iniziative volte alla divulgazione, alla promozione e alla tutela del territorio (convegni, seminari, attività didattiche, escursioni, visite guidate, ecc.), offrendo supporto scientifico, operativo e logistico alla salvaguardia del borgo. Dalla sua apertura nel 2012 il graduale e fondamentale sviluppo partecipato tra il Comune di Bagnoregio e lo staff museale, altamente qualificato e competente, ne hanno fatto un luogo strategico per la cultura, la ricerca e lo studio del territorio e la divulgazione, visitato e apprezzato ogni anno da decine di migliaia di turisti, da tante scuole e dalle università che partecipano alle attività didattiche, da studiosi, ricercatori e semplici appassionati.

Le attività che negli ultimi hanno maggiormente evidenziato l’impegno del Museo nello studio e nella promozione sostenibile del territorio sono:

– il convegno e la mostra Bagnoregio Underground (2016 e 2017,  http://www.museogeologicoedellefrane.it/2016,-17-dicembre–bagnoregio-underground-.html), con cui è stato presentato (con ulteriori studi su un antico acquedotto ipogeo) lo stato delle conoscenze sulle cavità sotterranee del territorio comunale, evidenziandone lo stato di conservazione e di accessibilità, nell’ottica di un progetto di recupero e fruibilità turistica e/o speleo-archeologica;

–  il convegno “Geoturismo del vino nella Teverina” (2018, http://www.museogeologicoedellefrane.it/2018,-21-22-aprile–natura-vino-della-teverina-.html), con il patrocinio e la partecipazione di numerosi enti ed istituzioni, che ha approfondito i vari aspetti del connubio tra caratteristiche geologiche del territorio, produzione del vino e fruizione turistica, evidenziando pregi e criticità dell’attività enologica nella Teverina (alto Lazio al confine con l’Umbria);

–  il “Sentiero Eno-Naturalistico della Teverina” (2018, http://www.museogeologicoedellefrane.it/sentiero-eno-naturalistico-della-teverina.html) , una mappa dettagliata per esplorare il territorio visitando i luoghi di cultura, i siti di interesse naturalistico e paesaggistico e le aziende vinicole, con particolare riferimento alle caratteristiche dei vini prodotti sui differenti tipi di deposito geologico dell’area (tufi, argille di origine marina, alluvioni terrazzate del Fiume Tevere);

– il “Bollettino Geologico della Teverina” (dal 2013 al 2018, http://www.museogeologicoedellefrane.it/bollettino-geologico-della-teverina.html), pubblicazione divulgativa online in cui sono state raccolte e rese fruibili alla comunità tutte le osservazioni che vengono svolte quotidianamente dai geologi “vivendo” il territorio, e nozioni geologiche che hanno ricaduta pratica nella vita dei cittadini con linguaggio semplice ed accessibile a tutti;

– l’attività didattica di supporto al corso di “Sviluppo sostenibile” del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale della Sapienza Università di Roma (dal 2016, interrotta quest’anno a causa della pandemia), sintesi della missione didattica e formativa del Museo: un campo-studio su Civita, che ha come finalità l’individuazione di proposte per affrontare la complessa dinamica dei versanti.

Un particolare riferimento va fatto alle diverse pubblicazioni divulgative e scientifiche prodotte nel corso degli anni per far conoscere i diversi aspetti della zona(http://www.museogeologicoedellefrane.it/pubblicazioni.html), testimonianza di un Museo che vive e lavora sul territorio, tra cui l’ultima in ordine cronologico su “Quaternary International” di Elsevier. Un’esperienza di intenso studio condivisa con tanti esperti, che ringraziamo di cuore per il prezioso apporto, che ha permesso di evidenziare i peculiari fattori geologici che hanno contribuito all’origine e alla conservazione di un eccezionale sito presso Civitella d’Agliano (VT): un grande accumulo di resti di mammiferi e manufatti di pietra strappati e trasportati da un flusso vulcanoclastico circa 322 mila anni (è disponibile fino al 5 novembre 2020 la versione completa dell’articolo al seguente link https://authors.elsevier.com/c/1blSQ3ic-FNYze). Lo studio evidenzia l’importanza del ruolo che possono svolgere i musei locali con il proprio staff tecnico qualificato, coinvolgendo studiosi afferenti a diverse discipline in un’analisi congiunta, il cui dettaglio è proporzionale alla multidisciplinarietà degli esperti, su siti ed aree che possono fornire reperti da esporre nei suddetti musei ed essere oggetto sia di ulteriori approfondimenti sia di iniziative di fruibilità turistica in loco, offrendo valide opportunità di sviluppo economico (sostenibile) alle piccole comunità.

Quali sono le leve principali con cui il museo interagisce e”dialoga” con la propria comunità?

Innanzitutto con le attività didattiche rivolte agli studenti che proponiamo ogni anno e che spesso riusciamo ad offrire gratuitamente alle scuole del territorio grazie ai progetti del RESINA (REte SIstemica NAturalistica del Lazio): fornire alle nuove generazioni le adeguate nozioni sulle caratteristiche e sulle dinamiche del proprio territorio equivale a formare gli adulti di domani, che sapranno rapportarsi con esso in maniera consapevole e appropriata. Proprio in questi giorni stiamo preparando il Kit didatticoche sarà presentato a fine mese (ottobre 2020), insieme agli altri musei del RESINAa Ripi (FR), il cui Comune è capofila del Progetto congiunto “Connessioni verdi”. Il Kit permetterà di esplorare il territorio regionale alla scoperta delle caratteristiche e dei pericoli naturali (frane, alluvioni, terremoti, sinkholes, ecc.) giocando e divertendosi,attraverso un gioco a squadre strutturato in modo da poter rispettare le regole sanitarie vigenti e poter essere gestito anche da un docente in assenza dell’operatore museale.
Inoltre il già citato “Bollettino Geologico della Teverina” ha rappresentato un potente strumento finalizzato alla salvaguardia del territorio e alla diffusione della cultura della prevenzione, attraverso la raccolta di dati ed una costante opera di divulgazione e informazione alla comunità, che viene da un lato dotata dei basilari strumenti conoscitivi per acquisire consapevolezza delle dinamiche e dei problemi del proprio territorio, e dall’altro viene stimolata ad attuare un coinvolgimento attivo con il Museo attraverso la segnalazione dei fenomeni potenzialmente pericolosi.
Speriamo di poter riprendere presto questa attività, magari insieme a un progetto di monitoraggio stabile nel tempo su cui stavamo ragionando insieme al Comune di Bagnoregio prima che la pandemia complicasse tutto. L’obiettivo che abbiamo è di attivare un vero e proprio presidio territoriale, magari sviluppando un modello esportabile ad altre zone, in cui un museo locale possa essere la struttura di riferimento per una gestione attenta, fruttuosa e sostenibile del territorio. In questa ottica è strategica l’opera di Casa Civita srl, società “in house” controllata al 100% dal Comune di recente costituzione, nata per gestire e coordinare i servizi turistici, garantendone l’efficienza e lo sviluppo di tutto ciò ad essi correlato. La sinergia con il Museo e il supporto alle sue attività sono determinanti per poter proseguire e potenziare quanto fatto finora, anche in considerazione della candidatura di Civita di Bagnoregio all’ingresso nella World Heritage List dell’UNESCO, il cui iter sta per completarsi.