A Caivano un progetto di formazione mirata per nuovi posti di lavoro

Trasformare l’impatto sociale delle attività dell’azienda in leve strutturali di sviluppo: questo l’obiettivo del progetto di formazione lanciato da A2A nel maggio 2025 a Caivano (NA). L’iniziativa, rivolta ai giovani NEET – ragazzi che non studiano e non lavorano – coinvolge nove Comuni della Città Metropolitana di Napoli. Il progetto è nato in collaborazione con Generation Italy, una Fondazione indipendente con presenza globale nata su impulso di McKinsey & Company.
L’iniziativa nasce dall’ascolto dei territori e dalla volontà di creare occasioni concrete di inclusione, costruendo un modello di crescita partecipata che tenga insieme impresa, istituzioni locali e comunità. I numeri della prima edizione parlano chiaro. Si sono iscritti in 530, e dopo la selezione hanno iniziato il percorso 67 NEET, per un totale di 940 ore di formazione su skills legate alla transizione energetica, alla digitalizzazione e alle vendite. Un impegno importante, che ha dato frutti immediati: tredici assunzioni, tra cui quella di una ragazza che ha intrapreso la professione di installatrice di pannelli fotovoltaici, ruolo finora quasi esclusivamente maschile. È un risultato che racconta meglio di ogni parola il senso del progetto: aprire strade nuove e rendere possibile ciò che prima sembrava distante.
Il coinvolgimento dei Comuni è stato decisivo. L’iniziativa non è calata dall’alto, ma costruita insieme alle amministrazioni e ai territori, con l’obiettivo di offrire risposte a bisogni reali. L’attenzione si è concentrata su aree spesso segnate da difficoltà economiche e sociali, dove il rischio di esclusione dei giovani è più alto, e dove la mancanza di prospettive rischia di diventare un destino.
Dare spazio a questi ragazzi significa restituire fiducia alle comunità in cui vivono. Il progetto rappresenta infatti un’occasione non solo individuale, ma collettiva: ogni inserimento lavorativo, ogni competenza acquisita, rafforza il tessuto sociale, genera nuovi legami, contribuisce a una crescita più equa.
L’esperienza di Napoli dimostra che un diverso approccio è possibile: partendo dal dialogo, coinvolgendo i territori e costruendo opportunità condivise. È un modello che guarda lontano, capace di unire inclusione sociale e sviluppo sostenibile, e che può diventare un punto di riferimento anche per altre realtà del Paese. Le imprese possono creare valore nelle comunità in cui operano, mettendo a punto strumenti che misurino l’effetto concreto delle attività e ne diano riscontro trasparente.