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Patrimonio culturale. Un Festival per raccontarne la storia in mille modi

Sessantasei ospiti, otto diverse location, tre spettacoli, sette eventi collaterali, due mostre, tre momenti dedicati alle scuole ed un’ottima affluenza. Questi i numeri a poco più di una settimana dalla chiusura della V edizione del Festival del giornalismo culturale, andato in scena dal 12 al 15 ottobre nelle città di Urbino, Pesaro e Fano. Organizzata dall’Università di Urbino Carlo Bo-DISCUI e dall’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino a cui, fra gli altri, ha collaborato quest’anno anche l’Asociazione Civita, la manifestazione ha avuto come tema quello del racconto del patrimonio culturale – da qui il titolo “Patrimonio culturale. Una Storia, 1000 modi per raccontarla” – e, in particolare, delle modalità con cui arte e cultura possano essere accessibili al maggior numero di persone proprio grazie all’uso delle nuove tecnologie e della rete. Una lente d’ingrandimento puntata sul patrimonio artistico culturale italiano e sulla molteplicità di modi in cui il giornalismo può trasmetterne valori, concetti e, più semplicemente, informazioni. Un’immensa ricchezza insita nell’essenza stessa dell’identità italiana da promuovere con strumenti giornalistici idonei e in costante evoluzione grazie alla centralità e alle potenzialità della rete. Un obiettivo che, guardando alla qualità delle tematiche affrontate nell’ambito dei sedici incontri, alle competenze e al prestigio dei relatori coinvolti (personalità di spicco nel settore culturale, professionisti, critici e giornalisti, direttori di musei e manager) nonché all’interesse suscitato da parte del pubblico e della stampa, sembra esse stato raggiunto e con piena soddisfazione da parte dei direttori del Festival Lella Mazzoli e Giorgio Zanchini. Numerosi gli incontri, gli eventi e i dibattiti che si sono succeduti in queste quattro intense giornate; a partire dallo splendido scenario del Palazzo Ducale di Urbino in cui, dopo la consueta lectio magistralis – affidata, quest’anno, al filologo e critico letterario Carlo Ossola – il Direttore Mazzoli ha presentato i dati emersi dalla ricerca “Informazione e patrimonio culturale. Come si informano gli italiani; come si comunicano i musei” discutendone con il Direttore della Galleria Nazionale e Polo Museale delle Marche Peter Aufreiter e la Direttrice del Museo archeologico Antonio Salinas di Palermo Francesca Spatafora. Il giorno seguente, il sipario del Teatro Rossini di Pesaro si è aperto per presentare, fra le tante, la tematica “Come comunicano oggi i musei. Limiti e opportunità” nell’ambito di un incontro organizzato dall’Associazione Civita dedicato, in particolare, al ruolo dei social nello storytelling museale e quello del crowdfounding per la cultura. L’evento, presentato e moderato da Alfredo Valeri, Responsabile attività di ricerca del Centro Studi “Gianfranco Imperatori” di Civita, ed animato da un vivace dibattito a cui hanno preso parte Prisca Cupellini, responsabile digital della Fondazione MAXXI di Roma, Marianna Marcucci, co-founder di Invasioni Digitali e Roberto Esposito Founder&Ceo di DeRev, è stato occasione per Civita per presentare i risultati di due ricerche condotte dal proprio Centro Studi “#SOCIALMUSEUMS. Social media e cultura tra post e tweet” e “Il crowdfunding nel settore culturale e creativo”. Ad aprire la sessione pomeridiana della stessa giornata un vivace David Riondino ha presentato degli spezzoni di alcuni suoi lavori in cui si mescolano musica d’autore, immagine e fatti di cronaca e, a seguire, una serie di incontri dedicati a sviscerare il tema delle “Buone pratiche dell’informazione culturale online e offline” grazie all’intervento di numerosi esperti e giornalisti. Sabato 14, invece, è stata la città di Fano, il fulcro della manifestazione, a partire dalla mattina quando, al Teatro della Fortuna, l’editorialista e critico de La Repubblica Antonio Gnoli ha attraversato il ponte tra vecchio e nuovo giornalismo nel ruolo tra inserto culturale e rete. Dopo gli interventi dei giornalisti Piero Dorfles ed Eric Jozsef, è seguita la tavola rotonda tenuta da Marco Bracconi di Robinson de La Repubblica, Stefano Bucci de La Lettura del Corriere della Sera, Marco Filoni di Pagina 99, Cesare Martinetti di Origami de La Stampa, Armando Massarenti de La Domenica de Il Sole 24 Ore e Massimiliano Tonelli, Direttore di Artribune. Ad aprire la sessione pomeridiana, la narrazione di Massimo Bergamasco, Direttore dell’Istituto di Tecnologie per la Comunicazione, Informazione e Percezione della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, sul tema delle tecnologie digitali per la comunicazione, la divulgazione e la protezione del patrimonio culturale. Parlando di quest’ultima tematica proprio nelle Marche non ci si è potuti esimere dal trattare la tematica anche da un altro punto di vista: quello del patrimonio leso dal sisma su cui si sono confrontati  Renato Claudio Minardi, vice Presidente del Consiglio Regione Marche ed i Sindaci, rispettivamente di Matelica e di Macerata, Alessandro Delpriori e Romano Carancini, nonché Maria Ambrosini,  Professoressa di Storia dell’arte moderna presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo ed il Presidente del Consiglio Superiore per i Beni culturali e paesaggistici del MiBACT Giuliano Volpe.
Dal dramma del terremoto alla forza creatrice dell’inventività. Domenica a partire dalle 10, infatti, presso la Mediateca Montanari, il giornalista dell’ufficio stampa CNR Marco Ferrazzoli, l’Executive Creative Director della Ogilvy& Mather Paolo Iabichino, il giornalista Gian Paolo Manzella e Giuliano Volpe e l’illustratrice Serena Riglietti si sono confrontati sul tema “Creatività e turismo”. A seguire, sono stati infine Cristina Battocletti dell’inserto culturale Domenica de Il Sole 24 Ore, il Caporedattore Cultura e Spettacolo Rainews24 Fabio Cappelli, il critico cinematografico Steve della Casa, il co-Direttore del Festival Lella Mazzoli ed il giornalista Francesco D’Ayala ad indagare l’arte nella sua divulgazione a mezzo stampa, radio, tv o cinema. Un Festival ricco di appuntamenti, dunque, fra cui numerose iniziative collaterali che hanno coinvolto giovani, giovanissimi, e non solo: dai contest per gli studenti di secondo grado di Pesaro e Urbino ai concorsi per praticanti delle scuole di giornalismo in Italia fino alle mostre “I disastri e le bellezze del patrimonio culturale”, organizzata presso il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro curata da ANSA, e, sempre nella stessa città, l’esposizione “Le graphicnovel pubblicate da Origami”, a cura di Cynthia Sgarallino, art director di Origami e de La Stampa, che proseguirà fino al 29 ottobre, anche a Fano, nello Spazio XX Settembre.
Arrivare alla quinta edizione per un festival significa, d’altra parte, essere entrati in una fase di maturità. Significa aver risposto a una serie di interrogativi e aver iniziato a costruire un rapporto solido con il territorio e con il proprio pubblico. E il domani per il Festival del giornalismo culturale si configura come articolato perché alle tre tappe della provincia di Pesaro potrebbero aggiungersene altre, arricchendo il format con contaminazioni e tematiche per continuare a parlare di giornalismo, new media, contemporaneità e cultura fotografando, con mirati approfondimenti e spirito critico, quanto accade in quest’ambito nel nostro Paese.