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Rapporto Civita “Next Generation Culture” e proposte per la valorizzazione e gestione del patrimonio in chiave digitale

Next Generation Culture. Tecnologie digitali e linguaggi immersivi per nuovi pubblici della cultura” è il titolo del XII Rapporto dell’Associazione Civita, edito da Marsilio Editori, realizzato grazie al sostegno di IGT e presentato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli – MANN lo scorso 3 novembre.
L’evento di presentazione, organizzato dall’Associazione Civita in collaborazione con il MANN, è stato una nuova importante occasione per riflettere ad ampio raggio sui processi di digital transformation in atto nel settore culturale, segnato dalla crisi del periodo pandemico e quanto mai interessato da nuovi sviluppi.
Dopo i saluti di Paolo Giulierini, Direttore MANN, Simonetta Giordani, Segretario Generale Associazione Civita, e Adele Maresca Compagna, Presidente ICOM Italia, si sono confrontati su questi temi Alfredo Valeri, Responsabile Ricerca Centro Studi Associazione Civita, Ludovico Solima, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, Claudio Calveri, Digital Strategist DeRev, Rosanna Romano, Direttore Generale Regione Campania, Paola Villani, Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Gabriele Granato, Presidente Associazione Fare Digitale, Giusy Sica, Founder think tank Re-Generation Y-outh, Giuseppe Ariano, Direttore Comunicazione Scabec Spa.
Quali strategie innovative e digitali di valorizzazione e gestione del patrimonio sono necessarie per affrontare la fase che stiamo attraversando? Quali gli scenari futuri?
Il Rapporto intende rispondere a queste domande, fornendo delle proposte, non prima però di aver messo a fuoco la situazione dell’ultimo anno, osservata dal triplice punto di vista delle istituzioni museali, dell’utenza e degli operatori di mercato, in particolare le industrie tecnologiche.
Per supportare le considerazioni di scenario, fondamentali anche al fine di cogliere le criticità di sistema oltre che l’impatto della pandemia sulla Cultura, il Rapporto si avvale di un insieme di dati provenienti da analisi di settore e di una serie di ricognizioni che, opportunamente commentate dagli esperti di settore, sono in grado di fornire un quadro particolareggiato della situazione nel 2020, anno che ha visto i musei costretti a sviluppare – come mai prima – la comunicazione digitale e ad ampliare l’accessibilità online delle proprie collezioni. Nei mesi di allontanamento sociale, infatti, i media digitali hanno vissuto un’età dell’oro, costituendo un ponte per rimanere connessi attraverso un’entusiasmante gamma di esperienze e favorendo la penetrazione nel settore culturale di linguaggi immersivi e tecnologie virtuali e aumentate. Tutte pratiche destinate a non esaurirsi con le riaperture in corso proprio in questi mesi.
In questo scenario si inseriscono le proposte dell’Associazione. Le tecnologie digitali, già così essenziali nei processi di conservazione del patrimonio, entreranno sempre di più nel novero degli strumenti di produzione, fruizione e divulgazione culturale, oltre che quali mezzi primari di comunicazione. Ampi margini di crescita interesseranno la gamification museale oltre che l’interaction e il light design. Soluzioni d’avanguardia proporranno modalità innovative di applicazione di Realtà 3D, Realtà Virtuale e Realtà Aumentata.
Ma solo attraverso una crescente collaborazione reciproca tra aziende tecnologiche e operatori del settore culturale sarà possibile da un lato implementare quel processo iniziato a fatica già prima che si scatenasse la pandemia, e dall’altro valutare le migliori forme di innovazione su cui investire, affinché la Cultura svolga un ruolo da protagonista nella creazione di una responsabilità sociale e nella proposta di un modello di sviluppo sostenibile, che sia aperto anche a nuovi pubblici.
Perché attraverso il digitale occorrerà anche riconsiderare i modelli organizzativi delle Istituzioni culturali, ampliare l’accessibilità delle collezioni museali, non solo online, valorizzare i luoghi della cultura ripensando le forme di interazione e di fruizione.
L’istituzione culturale dovrà perdere definitivamente quel carattere di auto-referenzialità, andando a configurarsi come soggetto attivo nella società all’interno della quale la comunità deve poter essere protagonista, nell’ottica di un “patrimonio culturale aperto”.
Il XII Rapporto Civita intende, quindi, fornire un contributo per lo sviluppo, da parte degli operatori culturali, di strategie innovative di valorizzazione e gestione del patrimonio, necessarie in particolare nella fase storica che stiamo attraversando.

Per rivedere l’evento di presentazione del XII Rapporto Civita CLICCA QUI 

Il XII Rapporto Civita è stato realizzato anche nel formato epub reflowable, acquistabile tramite i principali store online in Italia (IBSlaFeltrinelliAmazon KindleGoogle PlayApple BooksKobo).