Il prossimo 13 ottobre ricorre il bicentenario della morte di Antonio Canova: Fondazione Perugia e l’Accademia di Belle Arti P. Vannucci celebrano il grande scultore con un’ampia rassegna.
La mostra è aperta fino al 1° novembre a Perugia, in due prestigiose sedi: Palazzo Baldeschi al Corso, lo scrigno dei tesori di Fondazione Perugia e al Museo dell’Accademia di Belle Arti, dove si conservano cinque preziosi gessi canoviani – tra cui le celebri Tre Grazie, donate dallo stesso artista proprio nel 1822.
Ricca di sorprese, la mostra propone un emozionante viaggio nel tempo alla scoperta dell’Umbria sette-ottocentesca, con oltre cento opere tra sculture, dipinti, disegni, progetti di architettura, incisioni e documenti, che rivelano la regione pontificia pienamente partecipe della «felice rivoluzione delle arti» che ebbe in Canova il protagonista assoluto.
L’esposizione valorizza il vivace contesto culturale che rese possibile la presenza di artisti di fama e l’arrivo di opere di grande qualità: emerge così un tessuto di relazioni vitalizzato da un incessante scambio con Roma e da una circolazione del gusto che inserisce l’Umbria in una più vasta comunità delle arti, delle lettere, del pensiero.
Lo stesso Canova, che a San Gemini fu proprietario di un palazzo con vasti possedimenti, stabilì rapporti tutt’altro che effimeri con molti esponenti del ceto dirigente umbro, intellettuali, alti prelati e collezionisti: una stagione densa di contatti, culminata nel legame particolarmente influente che lo scultore ebbe con l’Accademia di Belle Arti di Perugia, di cui orientò le scelte, appoggiando la nomina dei suoi più autorevoli direttori: Carlo Labruzzi, Tommaso Minardi, Giovanni Sanguinetti.
Artisti di primo piano, molte novità e alcuni importanti recuperi, che hanno consentito di portare in mostra, tra gli altri, un inedito Autoritratto di Canova e l’abito da cerimonia indossato dai pittori dell’Accademia alla fine del Settecento, scandiscono un percorso espositivo molto vario che culmina in uno spettacolare confronto: la colossale Testa del cavallo per il monumento a Ferdinando I di Borbone, una delle ultime opere del grande artista veneto, messo in dialogo con il calco tratto dal cavallo del Marco Aurelio, fatto appositamente realizzare e preso a modello da Canova, “adoratore dell’Antico” ma, allo stesso tempo, primo grande scultore della Modernità.
“Al tempo di Canova. Un itinerario umbro”
Info e prenotazioni:
Tel: 075 5734760
palazzobaldeschi@fondazionecariperugiaarte.it
www.fondazionecariperugiaarte.it