Arte, Italia e Pubblicità: comunicare meglio, comunicando il bello
Il progetto “Arte, Italia e pubblicità. Comunicare meglio comunicando il bello”, promosso dall’Associazione Civita con UPA – il riferimento associativo degli investitori pubblicitari, ha il merito di stimolare il mondo imprenditoriale, e quello di chi gravita attorno alla pubblicità, agenzie, centri media, mezzi di comunicazione, a valorizzare la cultura e il paesaggio del nostro Paese.
UPA ha avviato nel 2013 una raccolta degli spot che hanno fatto la storia della pubblicità italiana da Carosello ai nostri giorni. Progetto totalmente non profit che abbiamo chiamato UPA Advertising Graffiti e che conta oltre 2500 iscritti e ha generato oltre 2 milioni e mezzo di visualizzazioni.
L’abbiamo chiamato Advertising Graffiti come riferimento ad una primigenia forma d’arte, il graffito appunto, e ci siamo ispirati al primo sito italiano UNESCO, la Valcamonica, dove il paesaggio, la luce, i colori, la cultura hanno generato la prima forma espressiva dell’essere umano: c’era una roccia e c’era la prima manifestazione epifanica d’arte, la pittura rupestre, dove si rappresentavano scene di vita.
Allo stesso modo fu proclamato patrimonio dell’UNESCO il centro di Napoli, e non l’idea di Elisabetta Farnese di trasferire i beni farnesiani da Parma a Napoli e collocati dal figlio Carlo di Borbone nella reggia di Capodimonte in anni in cui Napoli era una delle grandi capitali europee. L’UNESCO anche in questo caso privilegiò nella sua scelta il paesaggio piuttosto che il museo con le sue opere d’arte. Ecco perché il concetto Proustiano di sfondo, riferito al paesaggio italiano – che secondo il grande scrittore francese consisteva essenzialmente in un segreto che a nessun costo doveva essere scoperto – è così importante anche nel messaggio pubblicitario in cui diventa, utilizzando il nostro peculiare linguaggio di pubblicitari, fondotinta. E il nostro fondotinta è, ad esempio, Civita di Bagnoregio, che costituisce una compressione semantica di ciò che è il paesaggio italiano: un microcosmo dove le colline sono onde perfette che increspano morbide la pianura, dove le cime sono castelli, sono torri merlate, sono casali isolati, dove vibra, in una sola armonia, l’opera dell’uomo e quella della natura.
Poiché ci occupiamo di fondotinta, posso dire che il paesaggio italiano è essenzialmente femmina: simbolo di seduzione, di sensualità, con qualche accento di divino ricordo che Stendhal diceva: non so se Dio esiste, ma in Italia Dio insiste.
UPA sta quindi creando, insieme a Civita, sulla medesima piattaforma Upa Advertising Graffiti, una nuova playlist chiamata: arte, cultura e paesaggi d’Italia. Si tratta di un unicum come strumento di consultazione, un canale dedicato al paesaggio e all’arte nella comunicazione pubblicitaria, e che poggia sulla famosa definizione che Depero dava della pubblicità: una forma d’arte popolare che vive nelle strade mentre l’altra arte resta sepolta nei musei. Restando in tema di advertising, cosa vuol dire ricchezza in termini di paesaggio?
Vuole ricordarci ad esempio un signore che viveva in Piemonte e affacciandosi alla finestra vedeva meravigliosi alberi di nocciole. E grazie a quegli alberi diventa l’imprenditore più ricco d’Italia.Oppure vuole ricordarci l’antico patto secolare dei viticoltori toscani, che hanno lavorato una terra inizialmente molto arida, ridisegnando il paesaggio agricolo e rendendolo gentile, promuovendo così la bellezza celebrata fin dal Rinascimento e diventando loro stessi ambasciatori nel mondo della cultura enogastronomica italiana.
Consultando le playlist del canale YouTubeUpa Advertising Graffitisi deve ammettere che è sempre interessante guardare la pubblicità del passato. Una volta decontestualizzati gli spot dalle loro finalità e dalle urgenze comunicative si presentano a noi sotto forma di piccoli saggi condensati sulla vita delle persone, con le loro abitudini, le aspirazioni, i problemi, le soluzioni concepibili. Non saggi accademici ma scene di vita. È come se, visto da lontano, il messaggio pubblicitario perdesse in superficialità e acquistasse un’imprevedibile profondità interpretativa. Questa una delle ragioni per cui ha senso questo progetto. L’incontro promosso presso la sede di Civita con autorevoli esponenti del mondo dell’arte e della pubblicità ha avuto spunti di riflessione molto interessanti, e ha posto le basi per un confronto continuato fra i due mondi nei prossimi anni attraverso UPA e Civita.
La finalità condivisa di questa collaborazione consiste nello stimolare tutti coloro che si occupano di pubblicità, soprattutto quando si tratta di campagne che hanno diffusione internazionale, a cercare l’emozione attraverso l’utilizzo come sfondo del paesaggio italiano. Ricordandone la sua unicità, per quel tocco dei maestri, come lo definiva Proust, che arrotondava le cose, velava i rilievi, insinuava un barlume di luce nelle masse oscure delle rocce e del fogliame sino a fondere la terra e il cielo e le acque in un’armonia che era la voce definitiva del tempo.
Lorenzo Sassoli de Bianchi, Presidente UPA-Utenti Pubblicità Associati