Fondazioni d’impresa post-Covid: asset strategici per nuovi modelli sostenibili

Intervista a Luigi Cantamessa, Direttore Generale Fondazione FS Italiane

È ormai diffusa la consapevolezza che l’impresa rappresenti sempre più un’istituzione sociale oltre che economica. Il contributo delle fondazioni d’impresa e delle stesse aziende sul fronte del welfare, del sostegno ai giovani e dei progetti nei territori, è sempre più rilevante. Alla luce delle complesse sfide sociali sollevate dall’emergenza Covid-19, come cambierà, a Suo avviso, il ruolo di tali Fondazioni nel prossimo futuro?

Sarà decisivo, su diversi fronti. Occorrerà, superata l’emergenza sanitaria, ricostruire sulle macerie lasciate da questa devastante pandemia che ha messo in ginocchio diversi settori economici vitali del nostro Paese. Le fondazioni di impresa, in tal senso, avranno il compito di rinnovare l’anima valoriale delle aziende e saranno parte attiva nel processo di costruzione di nuovi modelli sostenibili.

Le attività delle fondazioni d’impresa riguardano spesso le comunità dove l’impresa stessa ha insediamenti; ulteriore indice di un forte legame con l’ambiente in cui operano. Quali sono le principali iniziative intraprese in tal senso dalla Fondazione FS?

La Fondazione FS, in collaborazione con il Ministero per i Beni, le Attività Culturali e per il Turismo, attraverso i suoi progetti punta allo sviluppo di una nuova forma di turismo slow che possa rappresentare una opportunità di rilancio e rinascita per alcune aree geografiche del Paese che negli ultimi decenni hanno maggiormente sofferto la crisi economica. Nel 2017, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, abbiamo inaugurato il restauro del meraviglioso Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, ubicato a Portici prospiciente il golfo di Napoli. Un piccolo grande gioiello che, oltre a custodire al suo interno un inestimabile patrimonio fatto di locomotive, automotrici e carrozze che raccontano la storia della nostra Azienda, ha apportato significativi benefici economici a tutto il circondario grazie ai 200mila turisti che ogni anno arrivano da ogni dove per visitare la collezione museale. Ed ancora: attraverso il progetto Binari senza Tempo, tra il 2014 ed il 2018 sono state riaperte all’esercizio turistico oltre 600 km di linee ferroviarie sottoutilizzate o sospese: 10 spettacolari tratte recuperate e che attraversano territori meravigliosi e, spesso, esclusi dai tradizionali circuiti turistici. Nel solo 2019, a bordo dei treni storici e turistici promossi dalla Fondazione FS hanno viaggiato oltre 100mila persone, con una notevole percentuale di turisti stranieri che al sovraffollamento delle grandi città d’arte hanno preferito il verde, la quiete, l’aria salubre e le tradizioni della bella provincia italiana. Per affrontare la ripartenza post pandemia stiamo acquisendo nuovi rotabili storici da restaurare al fine di aumentare il numero dei convogli turistici disponibili e, al contempo, stiamo progettando speciali vetture panoramiche per elevare ulteriormente l’esperienza di viaggio. In tutti quei territori dove la Fondazione FS ha incentivato il turismo ferroviario, grazie ai treni storici, abbiamo assistito ad un rifiorir di attività ricettive, quali bed&breakfast, agriturismi, ristoranti spesso gestiti da giovani imprenditori che nella gestione di questi flussi intravedono concrete possibilità di crescita e di sviluppo.