Il plus del Programma di Parma Capitale

Intervista a Valeria Brambilla, Presidente C.d.A. Deloitte & Touche S.p.A.

 

Deloitte & Touche, di cui lei ricopre il ruolo di Presidente del C.d.A., e Promo PA Fondazione, hanno curato l’Impact Report di Parma 2020+21, divenuto un modello di rilevazione, unico nel suo genere, per l’innovativa metodologia adottata. Qual è stato l’impatto dell’investimento in cultura tra 2020 e 2021 a Parma, anche rispetto agli obiettivi che l’Agenda 2030 pone in termini di sostenibilità?

 

L’analisi degli impatti culturali, sociali ed economici che Parma Capitale Italiana della Cultura 2020-21 ha avuto sulla città, sul territorio circostante e sulla collettività nel suo complesso ha consentito di confermare il successo di questo tipo di progetti culturali, che offrono ai diversi attori coinvolti un’occasione unica di creare consapevolezza del potenziale ruolo della cultura. E, per il caso di Parma, il tutto vale doppio, se si considera che il Programma si è svolto nel pieno della crisi pandemica.

Il vero plus del Programma è sicuramente da ritrovare, in primis, nella sinergia creatasi tra gli enti pubblici, il settore privato e gli enti noprofit, che hanno favorito la creazione di un Comitato ad hoc, una vera e propria governance integrata del Programma, in grado di esprimere le esigenze ed aspettative di tutti i portatori di interesse. Anche grazie a questo, nell’orizzonte temporale 2019-2022, considerando gli eventi prorogati causa Covid, sono stati complessivamente investiti da enti pubblici € 9,3 Mln. Per ogni euro investito dal pubblico nelle progettualità, il settore culturale e creativo del territorio ha beneficiato complessivamente di € 2,4 (l’indice è calcolato sulle annualità 2019-2021; si escludono le voci di spesa preventivate).

Investimenti per progetti che continueranno a generare impatto positivo sul territorio: tra questi possiamo ricordare una nuova infrastruttura digitale all’avanguardia dedicata al settore culturale, un nuovo programma di volontariato culturale che consente a molte organizzazioni di poter operare (in un contesto di ben nota scarsità di risorse), e un nuovo spirito collaborativo e propositivo tra enti di diversa estrazione, con il comune obiettivo di portare beneficio alle persone e al territorio.

 

Qual è la sfida che l’esperienza di Capitale Italiana della Cultura ha lasciato alla città di Parma? La sinergia tra mondo imprenditoriale e istituzioni, battezzata il “modello” Parma, può essere la chiave per mettere a frutto quella esperienza ed immaginare una sempre più ampia programmazione e partecipazione alla vita culturale della città?

 

Assolutamente sì, la sinergia tra imprese ed istituzioni è stata la chiave del successo di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020-21, favorendo investimenti a garanzia di una programmazione culturale che ci auspichiamo possa rappresentare un punto di partenza per un continuo rafforzamento del settore culturale cittadino nel futuro.

Ci tengo tuttavia a sottolineare anche che le industrie culturali e creative, attori primari del Programma di Parma Capitale, non genera soltanto impatti diretti, indiretti e indotti, come dimostrato dalle stime dell’UNESCO che quantificano in 3,1% (UNESCO, Re|Shaping Policies for Creativity, 2022) il PIL a globale generato da questo tipo di realtà e in 6,2% (UNESCO, Re|Shaping Policies for Creativity, 2022) i posti di lavoro creati.

Il settore genera infatti altri impatti, per certi versi più importanti. In primis, la cultura spinge ad innovare, ripensare i processi e i prodotti che caratterizzano il nostro quotidiano, contribuendo così a rendere più sostenibili le nostre vite e generando anche impatti sulle infrastrutture di un territorio, per esempio attraverso la riqualificazione di edifici preesistenti o l’apertura di centri culturali. L’impatto più importante della cultura è tuttavia la capacità di promuovere la diversità socioculturale, e quindi la coesione e l’inclusione sociale, nonché il benessere psico-fisico delle persone.

Ma per consentire alla cultura di esprimere il proprio potenziale in questo senso, è fondamentale che siano chiare le esigenze di tutti gli stakeholder, ed è per questo che il modello di Parma si rivela doppiamente vincente. Da un lato, consente di raccogliere le risorse utili alla realizzazione delle attività; dall’altro, mette in dialogo i diversi stakeholder, per garantire che le attività si svolgano in linea con le aspettative delle diverse parti coinvolte, in un processo virtuoso di miglioramento continuo.

Quindi questa è la vera sfida del mondo della cultura: riuscire a creare occasioni di dialogo e confronto costruttivo tra organizzazioni di diversa natura, facendosi portavoce della volontà di una collaborazione sinergica che possa generare beneficio per le persone e la collettività di riferimento. E per farlo, misurare gli impatti è fondamentale, poiché è lo step primario per comprendere dove e come si possano migliorare le azioni realizzate a beneficio del territorio.