Mudimed, quando metodo scientifico e medicina incontrano l’arte

Intervista a Pasquale Frega, Country President e AD di Novartis Italia

Mudimed è il primo Museo Digitale della Storia del Metodo Scientifico in Medicina: una iniziativa di valorizzazione della cultura scientifica promossa da Novartis Italia e Ministero della Cultura, un percorso museale inedito dove metodo scientifico e medicina incontrano l’arte. Quali sono le aspettative in termini di coinvolgimento di nuovi pubblici? 

Vorrei partire da un aspetto su cui, anche per via della pandemia, abbiamo acquisito una nuova consapevolezza. Le aziende, e in particolare quelle del settore Life Sciences, sono chiamate a svolgere un nuovo ruolo nella società: fare ricerca di altissimo livello e rendere disponibili ai pazienti terapie sempre più innovative continua ad essere necessario ma non è più sufficiente. Sarebbe un errore continuare a rivolgerci solo ai nostri interlocutori tradizionali – comunità scientifica, clinici, pazienti – perché oggi, soprattutto in un’epoca in cui le spinte anti-scientifiche trovano ancora spazio per attecchire, la vera sfida consiste nel giocare un ruolo attivo nella creazione di una società più inclusiva, più sostenibile e più equa, in altre parole una “società della conoscenza”. L’obiettivo, naturalmente, non è puntare ad una società composta da soli scienziati in senso stretto, ma, al contrario, formare generazioni di cittadini che abbiano familiarità col metodo scientifico e i suoi strumenti: ipotesi, sperimentazioni, successi ma anche fallimenti. Perché consapevolezza e fiducia sono due parole chiave per affrontare le sfide globali che ci attendono, da quella climatica a quelle sanitarie che, non v’è dubbio, ci troveremo davanti.
Per questo, nel maggio del 2020, Novartis ha lanciato il suo piano “Novartis per un’Italia a prova di futuro”, un piano che prevedeva sì, interventi di supporto immediato a clinici, pazienti e istituzioni ma che già guardava al futuro e alle generazioni più giovani, in ottica di ricostruzione post-emergenza. Ci siamo quindi impegnati con il Ministero della Cultura per realizzare iniziative e progetti vòlti alla diffusione della cultura scientifica (science literacy) nel nostro Paese, un Paese in cui, secondo gli ultimi dati ISTAT, la quota di laureati in materie STEM è ancora significativamente inferiore rispetto a quella di Germania e Francia.
Così abbiamo realizzato Re-imagine, un cortometraggio interpretato da Rocìo Muñoz Morales, Federico Ielapi e Brenno Placido, con cui abbiamo voluto trasferire il valore della scienza e della ricerca attraverso la storia di un bimbo che perde sua madre a causa di una malattia per cui poi, da giovane ricercatore, trova finalmente una cura. Nel corso dell’anno abbiamo portato Re-imagine in giro per il Paese, dal Festival di Venezia al Giffoni Film Festival, registrando un interesse e un entusiasmo straordinari. Forti di questo riscontro, lo scorso 20 ottobre scorso abbiamo inaugurato il primo Museo Digitale della Storia del Metodo Scientifico in Medicina, Mudimed. Un progetto avviato in partnership con il Ministero della Cultura e il Ministero dell’Università e della Ricerca, con la partecipazione di ben 4 musei e biblioteche nazionali che hanno messo a disposizione il proprio patrimonio digitale per dar vita ad un viaggio virtuale che ripercorre secoli di innovazione scientifica al servizio della medicina, accompagnati da alcuni degli scienziati e divulgatori più importanti del panorama nazionale ed internazionale, come Guido Silvestri, Paolo Mazzarello, Barbara Gallavotti, Andrea Grignolio, Arnaldo Colasanti e Giuliano Volpe. A questo pool di “narratori” d’eccezione è stato affidato il compito di raccontare la storia delle prime 19 importanti opere – dipinti, manufatti, opere letterarie – e reperti storici ospitate da Mudimed. Insomma, nuovi linguaggi, nuove partnership per nuovi pubblici.

Potrebbe indicarci i motivi per i quali Novartis, nota azienda che opera nel settore farmaceutico, ha scelto di realizzare un Museo dove convivono reale e digitale?

Sarebbe un errore considerare la dimensione digitale solo come un mezzo, perché, al contrario, essa va intesa come una modalità completamente nuova con cui interpretare la complessità della realtà. E, anche in questo caso, la pandemia ci ha davvero insegnato molto tra nuove modalità di lavoro e processi resi più agili e veloci grazie alla digitalizzazione. Mudimed è nato anche con questo spirito: rendere fruibili sempre e a chiunque contenuti ad alto valore scientifico, in un’ottica di evoluzione dinamica e partecipata. È un Museo che amo definire “nativo digitale”, proprio come la generazione di giovani da cui è ispirato e a cui principalmente si rivolge. Del resto, secondo alcuni dati della Commissione europea, i Musei scientifici costituiscono per il 33% dei giovani italiani una delle principali fonti di informazione scientifica, superati solo da documentari e pubblicazioni. Mudimed intende quindi rafforzare l’offerta scientifica digitale e stimolare la curiosità e il dibattito attorno alla scienza ed al suo metodo, in linea con l’impegno di Novartis di promuovere una società knowledge based.