#trameascuola|Costruiamo un futuro libero dalle mafie!

Intervista a Nuccio Iovene, Presidente Fondazione Trame ETS

 

“#trameascuola|Costruiamo un futuro libero dalle mafie!” è uno dei 6 progetti vincitori dell’iniziativa “riGenerazione Futuro. I tuoi progetti per il territorio”. Quali sono gli obiettivi, i destinatari e gli impatti attesi del progetto?

 

Il 2024 è iniziato bene per la Fondazione Trame ETS, con sede a Lamezia Terme e da dodici anni promotrice nella città calabrese del principale Festival italiano di libri sulle mafie: anche l’ultima scommessa è stata vinta. La raccolta fondi lanciata lo scorso novembre a sostegno del progetto #Trameascuola sulla piattaforma di crowdfunding Produzioni dal Basso, nell’ambito dell’iniziativa “riGenerazione Futuro” promossa da Associazione Civita e realizzata grazie al contributo del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, ha raggiunto il suo obiettivo, ottenendo così il cofinanziamento messo a disposizione.

“Trame a scuola” è un percorso di educazione alla lettura nelle scuole primarie e secondarie del lametino: testi sui temi cari alla Fondazione e che gli studenti, accompagnati dal personale docente e dagli operatori della Fondazione stessa, leggono e discutono nelle loro classi, per poi confrontarsi con gli autori dei testi, sottoponendo loro domande e valutazioni emerse nei percorsi di lettura. Quest’anno saranno protagonisti Diana Ligorio con il libro “Occhi di lupo, cuore di cane. La vita invisibile di un agente della DIA” (Bompiani), Marzia Sabella con “Lo Sputo” (Sellerio Editore Palermo), Daniela Valente con “Testimoni di coraggio” (Coccole Books 2023), Alex Corlazzoli con il libro “1992 sulle strade di Falcone e Borsellino” (Melampo editore).

Ma facciamo un passo indietro. Nel 2011 si diede vita, su iniziativa dell’Amministrazione Comunale dell’epoca e in collaborazione con l’ALA-Associazione Lametina Antiracket, alla prima edizione del Festival Trame. Fu subito un successo: giornalisti e scrittori, gli editori, i magistrati e gli investigatori, i familiari delle vittime e le associazioni che nel Paese si sono occupati e ancora si occupano di mafie, incontrarono per cinque giorni cittadini e persone accorse da altri luoghi per l’occasione, nelle piazze del centro storico di Lamezia Terme. Un risultato molto positivo, anche perché il Consiglio Comunale della città era già stato ripetutamente sciolto per infiltrazioni mafiose e nella sua storia la criminalità organizzata ha fatto purtroppo spesso sentire il suo peso e mietuto le sue vittime. Anche per questo ci si pose subito il problema di come dare continuità al Festival e al suo prezioso lavoro culturale. Così l’anno successivo nacque la Fondazione Trame che nel tempo ha accresciuto le sue attività intraprendendo un lavoro sul territorio con diversi progetti (il civico trame, trame di memoria, trame a scuola, trame 365, la biblioteca intitolata a Giancarlo Siani) che l’hanno resa uno dei principali punti di riferimento di iniziative e programmazione sociale e culturale, sia in città che nel territorio regionale. Mentre il Festival è divenuto un appuntamento nazionale sempre più seguito ed apprezzato, in grado di utilizzare linguaggi diversi (dai libri al teatro, dal cinema al documentario, dalle testimonianze dirette dei protagonisti alle mostre, dalle istallazioni artistiche alla musica) e di cui si è spesso parlato anche all’estero; nelle sue dodici edizioni si sono avvicendati circa settecento tra ragazze e ragazzi provenienti da varie parti d’Italia dando vita ogni anno a un arcobaleno di colori nelle strade di Lamezia con le loro magliette “tramate”.

L’anno appena terminato si è concluso con un’altra importante iniziativa della Fondazione: Trame People, il primo incontro annuale delle volontarie e dei volontari di Trame. Tenutosi il 28 dicembre scorso, è stato occasione per condividere ricordi significativi e considerazioni sulle esperienze vissute, ascoltare le loro proposte e far sì che continuino a sentirsi parte attiva della comunità di Trame, anche a distanza. Tanto più in una regione che da anni registra un significativo calo demografico (ad oggi si contano poco più di 1.800.000 abitanti), che in vent’anni (dal 2002 al 2022) ha perso 158 mila giovani tra i 18 e i 34 anni perché andati via dalla Calabria, in cui c’è una percentuale di abbandono scolastico tra i più alti d’Italia (14%) e in cui i NEET (giovani che né studiano né lavorano) sfiorano il 40%. Ecco spiegata la ragione profonda, oltre all’impegno nel diffondere la conoscenza del fenomeno mafioso e promuovere le ragioni e gli strumenti sociali e culturali per contrastarlo, per cui l’intervento nelle scuole e il lavoro con i giovani volontari ci sta così a cuore.