Verso un museo sostenibile
di Michele Lanzinger, Presidente ICOM Italia, Direttore MUSE - Museo di Scienze naturali di Trento, vice-presidente ANMS, membro del WG on sustainability di ICOM international
In seguito alle trasformazioni globali indotte dalla pandemia e in un momento di profonda messa in crisi della nozione di pace come valore universale non soggetto a negoziazione, la dimensione culturale è sottoposta a una verifica sostanziale relativamente alla sua rilevanza per la società contemporanea. Il concetto stesso di sostenibilità, che si è evoluto rispetto a un primo impianto prevalentemente ambientale, è diventato un elemento guida che tende a ricomprendere in un quadro integrato i fattori sociali, economici e ambientali ed è entrato a pieno titolo nel significato cogente dell’azione culturale.
In questa situazione in perenne trasformazione, di urgenza e di attivo contrasto ai problemi e alle minacce che si presentano alla società contemporanea e alle sue previsioni di futuro, i musei possono svolgere un ruolo chiave in quanto istituzioni strategiche per la coesione urbana e dei territori nonché per il rafforzamento della dimensione sociale.
Il compito prioritario della conservazione del patrimonio culturale è da sempre centrale nelle diverse declinazioni del mandato istituzionale di un museo. Ma va ricordato che i musei vivono del rapporto con i loro pubblici, i quali li conformano e ne sono conformati, e hanno la capacità di contribuire e produrre cambiamenti anche intervenendo nel loro modo di declinare la propria missione. I temi dello sviluppo sostenibile non possono essere considerati esterni e separati dagli altri importanti ambiti in cui i musei sono impegnati. Comprendere come siamo arrivati al presente in tutta la sua complessità, interrogare il passato con tutta la sua difficoltà interpretativa e opacità storiografica, così come operare a favore di un futuro più giusto, equo e desiderabile, è una responsabilità che tutti i musei dovrebbero accogliere, indipendentemente dalla loro area di specializzazione.
In questo senso i musei possono favorire un’idea condivisa di sostenibilità da intendersi come un comune progetto sociale e democratico, costituire centri di conoscenza e svolgere la funzione di poli di riferimento per gli sviluppi urbani e dei territori riconosciuti dalle loro comunità. I musei, infatti, tradizionalmente dedicati alla conservazione e alla conoscenza delle storie dei territori, sono anche riconosciuti come istituzioni affidabili su cui riporre fiducia per via della loro finalità ben compresa e definita. Proprio per queste motivazioni essi possono ricercare nuove configurazioni e presentarsi anche come luoghi innovativi capaci di produrre contenuti e di facilitare la creazione di connessioni orientate alla partecipazione e al dialogo culturale tra i cittadini che ricomprendono ma superano la sola finalità di conservare e presentare il patrimonio culturale. I musei, inoltre, hanno la capacità di operare attivando reti diversificate che tengono assieme le geografie sia di una partecipazione e fruizione che opera a scala urbana sia a livello nazionale e internazionale. Geografie che possono contribuire alla valorizzazione dei territori, comprese le aree interne, in cui il museo diffuso, da intendersi come distribuzione interpretata dei patrimoni culturali, si offre in modo unitario e integrato in termini di destinazione, di scopo e di fruizione. Così facendo i musei possono promuovere nuove forme di turismo più rispettose dell’ambiente e degli spazi di vita e delle sensibilità delle popolazioni locali e divenire degli hub di innovazione capaci di contribuire allo sviluppo sostenibile locale in diversi ambiti, mantenendo il loro ruolo fondamentale per la conservazione del patrimonio culturale e della sua gestione.
Si tratta di un processo che riguarda complessivamente tutto il settore culturale e riconosciuto a livello internazionale, così come messo in evidenza, tra le tante attestazioni, dalla Rome declaration, promossa e coordinata dal Ministero per la Cultura italiano e sottoscritta nell’agosto 2021 dai ministri della cultura del G20, dove si ribadisce il ruolo trasformativo della cultura nello sviluppo sostenibile, in quanto capace di affrontare «le pressioni e i bisogni economici, sociali ed ecologici, coinvolgendo tutti i livelli della società, comprese le comunità locali, come un motore e un facilitatore per il raggiungimento degli Obiettivi stabiliti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile United Nations transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development».
Per meglio mettere a fuoco le relazioni tra sviluppo sostenibile e cultura, l’Unesco ha pubblicato nel 2019 gli Indicatori tematici per la cultura nell’Agenda 2030 che si pongono l’obiettivo, anche in prospettiva di accountability, di aggregare i Goal dell’Agenda in indicatori (Ambiente e resilienza, Prosperità e sostentamento, Conoscenza e competenza, Inclusione e partecipazione) più sensibili alla missione delle istituzioni culturali.
L’attenzione al tema della sostenibilità si è propagato in modo deciso anche all’interno delle riflessioni e azioni di ICOM che ha esposto con chiarezza un suo impegno nel senso dello sviluppo sostenibile creando nel 2018 un Gruppo di lavoro dedicato e approvando nel 2019, in occasione della XXXIV Assemblea Generale a Kyoto, la Risoluzione On sustainability and the implementation of Agenda 2030, Trasforming our Word. Tra le raccomandazioni a ICOM contenute in questo documento, si ricordano: familiarizzare con gli Obiettivi e i Target dell’Agenda 2030 e assistere in tutte le forme possibili il loro perseguimento considerandoli come riferimento guida per incorporare la sostenibilità nelle pratiche interne ed esterne e nei programmi educativi; responsabilizzare e sostenere i musei, i loro visitatori e comunità, mediante contributi attivi e positivi a favore dell’Agenda 2030, riconoscendo e riducendo lo stesso impatto ambientale dei musei, inclusa l’impronta carbonica, e aiutare ad assicurare un futuro sostenibile per tutti gli abitanti del pianeta.
Il forte legame esistente tra le istanze di sviluppo sostenibile e il compito di tutela e valorizzazione dei musei non deve dunque stupire, dal momento che non solo esso è saldamente presente nelle definizioni storiche di museo e in quelle in corso di elaborazione, ma anche per la semplice osservazione che il patrimonio culturale è un bene non replicabile e che, pertanto, il concetto stesso di salvaguardia dei beni culturali implica una finalità di conservazione per le generazioni future. Questa considerazione è forse uno dei modi più semplici per superare le difficoltà che talvolta si incontrano a incrociare le prospettive sociali, ambientali ed economiche con le nuove declinazioni richieste ai sensi della radicale rilettura e ricerca di una nuova missione per i musei.